L’Istat, il Ministero del lavoro, l’Inps e l’Inail hanno pubblicato la Terza Nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione, relativa al terzo trimestre 2020.

Come nei due precedenti trimestri, è presente l’approfondimento sull’andamento dei flussi giornalieri di assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente, al fine di dar conto degli effetti dell’emergenza sanitaria.

L’input di lavoro misurato in termini di unità di lavoro equivalenti a tempo pieno mostra una sostenuta crescita sotto il profilo congiunturale (+18,3%). Tale crescita è influenzata dal forte recupero dei livelli di attività economica, con il Pil che nel terzo trimestre 2020 ha segnato una crescita congiunturale del 15,9%.

Anche l’occupazione risulta in aumento rispetto al trimestre precedente e in diminuzione su base annua; infatti, il tasso di occupazione destagionalizzato si attesta al 57,9% (+0,2 punti in tre mesi).

I dati per settore

Nell’approfondimento riguardante i flussi giornalieri di assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro, vi è stata una progressiva perdita a fronte di circa meno 281 mila posizioni in confronto al 2019.
Le contrazioni hanno riguardato l’industria con meno 52 mila posizioni e, soprattutto, i servizi con meno 233 mila posizioni.
Invece l’agricoltura presenta un lieve aumento con più 4 mila posizioni.
Ma la perdita più significativa la registra il comparto dell’alloggio e ristorazione, con meno di 142 mila posizioni. Sul calo hanno pesato in modo particolare le mancate attivazioni, in particolare a tempo determinato.
Per quanto attiene alle attività professionali afferenti al noleggio e servizi alle imprese, la contrazione delle posizioni è invece da imputare a un iniziale aumento delle cessazioni, particolarmente elevato in concomitanza dei provvedimenti normativi, e alle successive minori attivazioni.

La crescita delle posizioni lavorative dipendenti del settore privato extra-agricolo, meno marcata nell’industria in senso stretto (+0,4%, +14mila posizioni), è più accentuata nelle costruzioni (+2,0%, +17mila posizioni) e, soprattutto, nei servizi (+3,3%, +263mila posizioni).
Il lavoro indipendente continua a diminuire sia in termini congiunturali (-33mila occupati, -0,6%) sia su base annua (-218mila occupati, -4,1%).

Dopo la riduzione dello scorso trimestre, la crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti sulla base delle Comunicazioni obbligatorie è dovuta alla ripresa di quelle a tempo determinato e al proseguimento della crescita delle posizioni a tempo indeterminato.

Infortuni sul lavoro e malattie professionali

Sempre secondo i dati Istat, la crescita dell’occupazione (+56mila, +0,2%) si associa all’aumento dei disoccupati e al calo degli inattivi, mentre su base tendenziale il calo degli occupati (-622mila unità, -2,6%) si accompagna all’aumento sia delle persone in cerca di occupazione sia degli inattivi.
Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, anche nel dopo lockdown si è registrata una riduzione degli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail. Infatti, sono stati 116mila, 20mila denunce in meno (-14,8%) rispetto all’analogo trimestre del 2019. Quelli con esito mortale sono stati 204, 12 in meno rispetto al terzo trimestre del 2019.

In calo anche le malattie professionali denunciate e protocollate (11.416, -1.268 casi).

 

Come è consuetudine, alla Nota sono allegati i dati in formato Excel relativi alle serie storiche:

  • i flussi di attivazioni, cessazioni e trasformazioni per settore di attività economica e tipologia contrattuale;
  • gli stock relativi alle posizioni lavorative dipendenti nelle imprese industriali e dei servizi, retribuzioni, oneri sociali.

 

È possibile scaricare la nota qui.